Le pareti si piegano senza arrecarmi dolore. Un lento distorcersi che non trova mai pace. Tutto si affievolisce. L’eco lontano di un uomo. Rumori indistinti, come chi mormora alle spalle.
I morti non parlano.
Imbratta il mio nome, abita la mia dimora. Vuole che racconti le sue verità. Il tempo si ferma, il cielo s’incupisce. Cessano i bisbigli. Soltanto silenzio, il fardello di un dono.
La sua voce sopra le altre.
Silenzioso muove la mia mano. Devasta la psiche. Tutti i rumori sono più forti, l’incubo è finito. La promessa di un ritorno, fino a quando varcherò la soglia.